OSSESSIONI, COMPULSIONI E MUSICA…

Tutti i disturbi ossessivi e/o compulsivi partono da una disregolazione principalmente del sistema nervoso, condizionando vissuti emotivi, del pensiero e comportamenti. I sintomi principali sono l’esito di vissuti traumatici che ancorano ai sensi di colpa e portano all’evitamento e all’inibizione dei processi decisionali, con conseguenze come la vergogna, il disgusto, la rabbia e all’ansia e, alle volte, complessi di inferiorità che inducono all’isolamento e quindi alla solitudine.

Le compulsioni definiscono i comportamenti compensativi che inducono ad agire fuori dalla propria sfera di volontà, per bilanciare interiormente una sensazione di disgusto, di colpa e di incompletezza.

Si presentano quando consciamente o inconsciamente attiviamo una qualche forma di obbligo o costrizione che inibisce in modo intenso la libertà nel flusso psicologico.  Tendenzialmente hanno due origini: traumatiche e culturali. Quelle traumatiche sono spesso comportamenti che partono da un senso di disagio emotivo dovuto a ferite affettive, paure, dubbi, timori, incapacità di scegliere e/o paura di agire. Alle volte non ci si accorge della presenza del blocco emotivo, psicologico o del vissuto negativo, fino a quando non si decide di farsi aiutare da un terapeuta.

Le compulsioni culturali, invece, hanno solitamente origine nell’infanzia o nell’adolescenza, sono caratterizzate da vecchi schemi di pensiero spesso tipici del contesto in cui siamo cresciuti e dai quali è necessario emanciparsi. Le compulsioni tendono a diminuire nel momento in cui iniziamo a vivere emozioni positive, relazioni sane e ci circondiamo di ciò che ci fa stare bene. Il senso di colpa, ovvero quella sensazione che ci dice che non possiamo goderci noi stessi, che non possiamo stare bene perché non ce lo meritiamo, ostacola questo processo, causandoci dolore e convincendoci del fatto che sia giusto provarlo.

A livello psicologico la musica influisce su entrambi gli emisferi sul campo del cuore, sulla mente e a livello della pancia. Emiliano Toso, biologo e musicista, è riuscito a comporre con il pianoforte delle melodie che agiscono sull’intero sistema psicosomatico. Le sue composizioni, nate dalla collaborazione con lo scienziato americano Bruce Lipton (noto epigenista, ovvero colui che studia l’impatto delle forme di pensiero sui geni e sulla biologia), sono state sperimentate sul feto di un bambino. Si è evinto che la musica ha un impatto altamente stimolante e benefico in quanto le cellule crescono in maniera più armonica e sana. In presenza di una malattia si è notato che l’organismo risponde con uno stato globale di benessere psico-neuro-fisiologico e che i sintomi tendono ad armonizzarsi, le emozioni a calmarsi e i pensieri rallentano.

Quando si riesce a rallentare le emozioni, il flusso dei pensieri ed il ritmo frenetico, l’organismo recupera e ne trae beneficio per nutrire tutto il sistema psicosomatico, azionando uno spontaneo meccanismo di auto-guarigione. Il disturbo ossessivo e compulsivo, essendo di natura psichica, risponde rapidamente a tutti gli stimoli sensoriali che possono essere musica, film, arte, creatività in genere, colori, lettura, ovvero tutto ciò che si considera bello. Abbiamo ricerche su particolari frequenze che agiscono a livello mentale, psicologico, emotivo e fisico. Nel merito, un punto di riferimento è lo scienziato russo Lenny Rossolovski.

La tecnica in oggetto, chiamata neuro-acustica (una specie di suono binaurale), consiste nel combinare queste frequenze tra di loro per indurre la mente ed il corpo a specifici stati di rilassamento o di concentrazione di altissimo livello e utili alla guarigione.

BIBLIOGRAFIA:

“La mente ossessiva. Curare il disturbo ossessivo-compulsivo”. Francesco Mancini. Raffaello Cortina Editore.

“Il disturbo ossessivo – compulsivo. Caratteristiche cliniche e tecniche di intervento”. Davide Dettore. Edizioni Psicologia McGraw-Hill Education.

“Psicologia della musica”. Daniele Schon, Lilach Akiva-Kabiri, Tomaso Vecchi. Carocci Editore.

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