ANSIA E IPERVENTILAZIONE: QUALE LEGAME?

L’ansia nei momenti difficili

Durante momenti difficili o periodi di grandi cambiamenti, l’ansia sembrerebbe essere una delle emozioni predominanti che accompagna la vita della persona. Difficoltà economiche, perdita del lavoro, rottura di una relazione, problemi di salute possono innescare pensieri intrusivi e immagini mentali che modificano profondamente l’equilibrio psicofisico di ognuno, interferendo con le normali attività quotidiane. L’ansia si manifesta in assenza di un pericolo reale: è un’emozione di intensa paura che si attiva nel prevedere, attraverso i nostri pensieri, una possibile minaccia. Quando è marcata e persistente innesca un circolo vizioso che impedisce di vivere serenamente, generando sintomi cognitivi e fisiologici che la persona percepisce come invalidanti. Tra questi troviamo: tremori, irrequietezza, tensione muscolare, sudorazione abbondante, fiato corto, batticuore o tachicardia, nausea, sensazione di “nodo allo stomaco”, accelerazione del respiro, perdita di attenzione, di concentrazione e perdita del senso di realtà. Non tutte le persone lamentano gli stessi sintomi; essi variano e possono cambiare nel corso del tempo.

Il fiato corto e l’iperventilazione

Tra tutti i sintomi, quello che sembrerebbe essere più frequente e comune tra coloro che soffrono d’ansia è la sensazione di “mancanza d’aria” o “fiato corto”: tale sensazione viene descritta come simile a quella che si prova dopo lo svolgimento di un’attività fisica molto intensa.

Dinanzi alla costante minaccia e ad uno stato emotivo fortemente ansioso, la respirazione può subire dei cambiamenti diventando più intensa e veloce: la persona tende a respirare ad un ritmo e ad una profondità maggiore rispetto al fabbisogno di ossigeno dell’organismo generando nello stesso una diminuzione dell’anidride carbonica e dunque uno squilibrio. Nello specifico si verifica una difficoltà da parte del sangue ad irrorare il cervello per la vasocostrizione dei capillari che spinge ad una maggiore richiesta di ossigeno e dunque all’ iperventilazione. Essa può provocare la comparsa di sintomi paralleli, come vertigini, stordimento e svenimento, peggiorando ulteriormente la qualità di vita della persona.

Rieducare il nostro respiro è possibile

Anche se la respirazione è un processo fisiologico, naturale e automatico, essa è in parte anche un processo volontario che si può controllare e dunque rieducare. Imparare a respirare nel modo corretto è un impegno che ognuno di noi dovrebbe prendere nel quotidiano per garantire il corretto equilibrio fisiologico al nostro organismo. Una corretta respirazione infatti è alla base di una buona condizione di salute. Nel caso di un disturbo d’ansia, attraverso un percorso psicoterapeutico cognitivo-comportamentale è possibile apprendere specifiche tecniche di respirazione contro l’iperventilazione, come la tecnica del respiro lento, la respirazione quadrata, quella diaframmatica e altre ancora. Esse devono essere apprese, praticate con costanza e impegno: il giusto allenamento consentirà alla persona di avere fin da subito dei buoni risultati e una notevole riduzione dei sintomi spiacevoli. Anche l’uso di tecniche di mediazione e di rilassamento possono migliorare la respirazione. Un percorso personalizzato con uno psicologo permetterà di valutare le migliori strategie e tecniche da utilizzare sulla base delle specifiche caratteristiche della persona così da garantire la massima efficacia e il miglioramento immediato delle proprie condizioni di vita.

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