Fin da piccoli si sperimentano due generi di paure da cui si cerca di starne il più lontano possibile : la paura di non essere considerato e quella di non essere amato.
Di certo l’amore e la stima dei genitori hanno un valore di gran lunga maggiore rispetto a quella di chiunque altro, in quanto il primo riferimento genitoriale ha un potere più forte di quello che si possa pensare e potrebbe non essere il genitore a cui ci si sentiva più legati.
La nostra mente è composta da due parti: una parte logica e razionale, detta anche mente “conscia” o “cosciente”, e un’altra parte detta mente “inconscia” o “inconscio”, dove sono depositati ricordi, emozioni, traumi e paure. Si immagini la mente inconscia al momento della nascita: bianca, pulita come un dvd appena acquistato e mai utilizzato.
La persona che si è oggi è frutto della scrittura di quel disco, che nel tempo è stato riempito di file, e talvolta anche di virus, divenendone la vittima inconsapevole. Secondo la teoria transazionale viene utilizzata la metafora dei tre contenitori: il Genitore, il Bambino e l’Adulto. Il primo contenitore che si forma è il Genitore, che inizia ad essere riempito dalla nascita fino ai cinque o sei anni di vita.
Di cosa viene riempito?
Di regole, valori, norme, divieti, da tutto ciò che viene considerato giusto e sbagliato. Si deduce da questo che l’ambiente in cui si nasce contribuisce alla propria ed individuale programmazione.
Il Secondo contenitore che si sviluppa all’interno della nostra mente inconscia è quello che viene definito Bambino, ove sono registrate tutte le risposte emotive. Quindi la prima reazione di fronte ad un tono di voce alto, ad un dito puntato, ad uno sguardo accigliato, al buio , oppure ad un sorriso , una carezza, uno sguardo amorevole, come anche le fantasie e le paure nell’ascoltare una favola oppure guardando la televisione o una pubblicità.
Nel momento in cui l’infante non si sente più una parte della madre che lo ha concepito, si inizia a formare l’Adulto, paragonabile ad un software con un sistema operativo e programmi di gestione, ossia la logica e la razionalità. I significati logici che da piccoli abbiamo dato a tutto ciò che ci capitava di osservare sono oggi alla base dei nostri schemi comportamentali.
Per questo l’esempio pratico di un genitore è mille volte più importante rispetto ad una spiegazione o a un insegnamento. Dal momento in cui si viene al mondo si cerca sempre e solo un modo per ricevere amore e approvazione. Quando si ottiene ciò che si desidera si provano sensazioni gradevoli e nel momento in cui ci si sente privati della considerazione e dell’amore, allora ci si potrebbe percepire sbagliati o reagire di conseguenza.
Ci sono toni di voce che non si sopportano e altri che ci fanno sciogliere; ci sono gesti e sguardi che ci calmano e ci seducono, altri invece che ci fanno arrabbiare immediatamente. È come reagiamo che fà la differenza, non sono le persone o le situazioni; le nostre reazioni non sono altro che dei riflessi condizionati.
Gli input che riceviamo dall’esterno, come il tono di voce, i gesti, gli sguardi ed i suoni, diventano come bottoni del telecomando, una volta premuti, creano una reazione emotiva immediata.
Per esempio:
- Tu urli = mi spavento o mi arrabbio;
- Tu urli con le braccia aperte = mi sento accolto e sicuro;
- Sorridi = mi rassereno e sono contento;
- Sorridi con una mimica non congruente = mi sento offeso e preso in giro;
- Mi punti il dito contro = mi sento accusato;
- Mi mostri le palme delle mani aperte = mi sento rassicurato.
La maggior parte dei nostri comportamenti sono riflessi automatici. Lo sono i nostri schemi mentali, le nostre reazioni emotive e il nostro modo di guidare gli altri, in particolare i propri figli.
BIBLIOGRAFIA
“L’Analisi Transazionale. Guida alla psicologia dei rapporti umani”. Jan Stewart e Vann Joines. Garzanti Editore.
“ A che gioco giochiamo”. Eric Berne. Edizioni Bompiani.
“L’illusione della volontà cosciente.” Wegner. Carbonio Editore.