Quali conseguenze sulla salute mentale?
Alcuni spunti ACT per l’adattamento!
Sin dagli anni ’70 gli scienziati hanno cercato di comprendere i processi legati ai fattori ambientali che portano al cambiamento climatico.
Il nostro clima sta cambiando, con un inequivocabile effetto sull’ambiente, sulle temperature e eventi climatici come inondazioni e siccità. Ne è un esempio ciò che è accaduto in Emilia Romagna.
Il cambiamento climatico imporrà inevitabilmente alterazioni nei nostri stili di vita e conseguenze in termini di perdite umane e riaggiustamenti sociali.
Non possiamo sapere in che misura questi fenomeni comprometteranno la qualità della nostra vita. Potremmo assistere ad effetti diretti alla sopravvivenza, come accaduto nel nostro paese, a causa di un evento estremo o ad effetti indiretti più a lungo termine, con la riduzione del cibo, la scarsità d’acqua, la diminuzione dei luoghi per coltivare o cacciare.
Ma quali potrebbero essere gli effetti sulla nostra salute mentale?
Gli esiti sulla salute mentale del cambiamento climatico vanno da stress minimo e sintomi di angoscia a disturbi clinici, come ansia, disturbi del sonno, depressione, stress post-traumatico e pensieri suicidi.
Con specifico riferimento alle vittime dell’alluvione, la letteratura mostra prevalentemente, diagnosi di depressione, ansia e disturbo post traumatico da stress.
Inoltre, le persone colpite dalle inondazioni potrebbero mostrare una notevole resilienza.
La resilienza psicosociale, per le sue componenti personali e collettive, rende fondamentale mitigare il disagio dell’alluvione insieme ai rischi sociali e sanitari causati dall’evento. Ripristinare la coesione sociale delle comunità e delle famiglie subito dopo le calamità è fondamentale per ridurre le sofferenze e promuovere un effettivo recupero.
La resilienza della comunità ha anche un effetto preventivo, in quanto prepara la popolazione agli eventi futuri oltre ad affrontare la situazione attuale.
Abbiamo assistito ad un coinvolgimento totale della popolazione italiana attraverso aiuti diretti e indiretti, abbiamo visto immagini e filmati di un luogo irriconoscibile e quindi non più familiare.
La resilienza e il senso di comunità, hanno sicuramente permesso alle persone coinvolte di sentirsi ancora apparteniti ad un luogo e ad un gruppo.
La gente cantava, ironizzava e questi, come altri comportamenti hanno assunto la funzione di ridurre la sofferenza, per sopravvivere alla perdita.
Sono strategie utili ad affrontare il momento di disagio ma che comportano un evitamento emotivo che nel lungo termine può rappresentare la causa dello sviluppo di disturbi psicologici.
Secondo l’ACT, una terapia cognitivo comportamentale di terza generazione, la patologia si verifica quando si intraprendono ripetutamente comportamenti volti a ridurre la frequenza di esperienze interne indesiderate, come pensieri, sensazioni, ricordi o emozioni. Tali sforzi sono considerati forme di “evitamento esperienziale”. Ciò che potrebbe invece essere una modalità alternativa e più funzionale all’evitamneto è l’accettazione delle proprie esperienze private indesiderate così come sono (pensieri, emozioni, sensazioni, ricordi spiacevoli, ecc.) e non come le nostre menti dicono che sono (pericoli da evitare).
Insieme all’accettazione, l’ampliamento di comportamenti, la consapevolezza rappresentano alcuni processi utili a contrastare lo sviluppo della psicopatologia.
Ciò non significa, non provare dolore ma avere un’atteggiamento più flessibile verso la realtà che ognuno sta sperimentano.
In futuro, il cambiamento climatico comporterà una frequenza crescente di condizioni meteorologiche estreme.
Le conseguenze a lungo termine sono difficili da definire ma possiamo dire con quasi certezza che ciò porterà ad un effetto non solo all’aumento dell’incidenza delle malattie mentali nella popolazione colpita, ma anche nelle generazioni successive.
Riuscire a capire cosa comporta questo cambiamento permette di programmare interventi e azioni precoci per la salute mentale della popolazione.
Allenare la nostra popolazione alla flessibilità psicologica potrebbe essere una modalità preventiva.
La flessibilità psicologica, differentemente dalla rigidità, consente agli esseri umani di adattarsi ai cambiamenti e di continuare a muoversi verso obiettivi di valore, come fa un corso d’acqua che si adatta ai cambiamenti del letto che lo contiene e, anche quando incontra ostacoli improvvisi, più o meno velocemente trova la via verso il mare.
Come allenarsi?
Partiamo con il definire quali sono le componenti chiave della flessibilità psicologica:
- Essere presenti a ciò che accade fuori e dentro di noi nel “qui ed ora”: è uno stato mentale conosciuto come mindfulness, che permette di essere completamente focalizzati e coinvolti in ciò che si sta facendo, aperti senza giudizio agli stimoli che provengono dall’ambiente che ci circonda, riducendo l’influenza e gli effetti negativi (distrazione, sofferenza, allontanamento dall’obiettivo) dei pensieri e dei sentimenti dolorosi.
- Intraprendere azioni efficaci:
- Consapevoli e intenzionali
- Motivate, guidata e ispirati dai tuoi valori fondamentali
- Adattabili ai bisogni e alle situazioni.
Possiamo partire proprio dal tema del cambiamento climatico:
-Interrogati su quelle che sono le sensazioni, le emozioni, gli impulsi che hai in queso momento pensando all’impatto di questo cambiamento sulla tua vita o più in generale sulle nostre vite.
-Riconosci se ci sono pensieri, giudizi che interferiscono ma che non sono utili a raggiungere i tuoi obiettivi.
-Connettiti con ciò che senti e chiediti cosa è importante per te.
-Compii azioni che ti possano portare verso ciò che hai riconosciuto come fondamentale per avere una vita degna di essere vissuta.
Riferimenti Bibliografici
The Impact of Climate Change on Mental Health: A Systematic Descriptive Review, Paolo Cianconi , Sophia Betrò, Luigi Janiri DOI: 10.3389/fpsyt.2020.00074
Psychological impairment and extreme weather event (EWE) exposure, 1980-2020: A global pooled analysis integrating mental health and well-being metrics
C Chique, P Hynds, M M Nyhan, S Lambert, M Boudou, J O’Dwyer DOI: 10.1016/j.ijheh.2021.113840
Fare ACT. Una guida pratica pre professionisti all’Acceptance and Commitment Therapy
Russ Harris, Franco Angeli, 2020.