Gli effetti neurologici e psicologici del coronavirus

Rahman e colleghi hanno condotto un’analisi sistematica che ha preso in esame gli effetti neurologici e psicologici del coronavirus (COVID-19), includendo studi retrospettivi osservazionali, studi di caso e sondaggi. Nonostante non sia immediata la distinzione tra le manifestazioni neurologiche e gli effetti psicologici, questi ultimi stanno divenendo sempre più pervasivi a causa di un’epidemia, questa, a rapida espansione.

Dagli studi esaminati è stata rilevata la presenza, in alcuni pazienti affetti da COVID-19, di sintomi neurologici quali mal di testa, nausea, vomito, vertigini, perdita di gusto e olfatto e coscienza alterata. La pandemia però ha influenzato ogni singolo aspetto della vita, con ripercussioni significative non solo nell’ambito della salute fisica ma anche in ambito psicologico e sociale. Tale aspetto indica la forte necessità di prendere coscienza di una nuova epidemia che potrebbe far seguito a quella in corso, ovvero quella dei disturbi mentali e comportamentali.

Le misure adottate dalle autorità competenti e necessarie al contenimento dell’emergenza sanitaria, quali il distanziamento sociale o l’isolamento, assieme alla chiusura di numerose realtà economiche, sono infatti connesse ad un aumento di stati quali ansia, depressione, solitudine e tendenze suicide, che potrebbero ulteriormente complicare i processi di diagnosi e le prospettive sui trattamenti. È stato inoltre rilevato un aumento dei casi di abuso su minori e di violenza domestica, di xenophobia e furti.

Un professore di psicologia presso la British Columbia University, Steven Taylor, sostiene dal punto di vista della salute mentale, che la pandemia da coronavirus possa lasciare ferite psicologiche tali da essere considerate una forma di disturbo post-traumatico da stress. Sebbene sia emerso che il 75% dei soggetti da lui intervistati stia reagendo bene, il 25% manifesta un’intensa paura di contrarre l’infezione, mostra preoccupazione in merito all’impatto sociale ed economico della pandemia e afferma di avere incubi notturni e di cercare ripetutamente notizie su internet, incrementando in questo modo lo stato di ansia in cui vive.

E altresì importante ricordare che la comunità internazionale non hai mai fatto fronte ad un’emergenza sanitaria di questa portata e con una così rapida espansione in tempi recenti; come tale, infatti, presenta una tassonomia, attributi biologici e sintomi clinici particolari.

In questo contesto, il supporto psicologico fornito nei primi stadi di isolamento sociale rappresenta uno step cruciale che può creare una significativa differenza in termini di progressi complessivi.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7282368/

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