Ansia, insonnia e depressione: come il Covid-19 ha influito sulla salute psicologica degli operatori sanitari

Una recente revisione sistematica e metanalisi condotta da Pappa e collaboratori (2020) ha voluto identificare la prevalenza di depressione, ansia e insonnia tra gli operatori sanitari durante lepidemia di Covid-19 con lintento di attirare l’attenzione sulla necessità di interventi efficaci per incrementare la resilienza psicologica e rinforzare le capacità dei sistemi sanitari.

A dicembre 2019, a Wuhan, in Cina, è emersa una grave sindrome respiratoria acuta altamente infettiva causata da un nuovo Coronavirus (SARS-CoV-2). Dopo pochi mesi, esattamente l’11 marzo 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l’infezione da SARS-CoV-2 una “pandemia”.

La pandemia ha pesantemente gravato sugli operatori sanitari e, in molti casi ha addirittura sopraffatto i sistemi sanitari. L’OMS, a tal proposito, ha sottolineato l’onere estremamente elevato per gli operatori sanitari e ha invitato ad agire per affrontare i bisogni immediati e le misure necessarie per salvare vite umane e prevenire un grave impatto sulla salute non solo fisica, ma anche mentale degli operatori sanitari (OMS, 2020).

Secondo studi precedenti, condotti sulle epidemie di SARS ed Ebola, l’insorgenza di una malattia improvvisa e immediatamente pericolosa per la vita porterebbe ad un forte stress sugli operatori sanitari (Liu et al., 2012). L’aumento del carico di lavoro, l’esaurimento fisico, l’attrezzatura di protezione personale inadeguata, l’aumento delle possibilità di infettarsi nel proprio luogo di lavoro, ovvero all’interno dei reparti ospedalieri, e il doversi assumere la responsabilità per decisioni eticamente difficili sul razionamento delle cure sono tutte condizioni che possono avere effetti drammatici sul loro benessere fisico e mentale. Inoltre, la loro capacità di recupero può essere ulteriormente compromessa da: isolamento e perdita del sostegno sociale, preoccupazione per la salute dei propri amici e parenti, e da cambiamenti drastici e spesso inquietanti, nel modo di lavorare. Gli operatori sanitari sono, quindi, particolarmente vulnerabili ai problemi di salute mentale, tra cui paura, ansia, depressione e insonnia (Lung et al., 2009; Wu et al., 2009).

La rapida revisione sistematica e metanalisi effettuata da Pappa e collaboratori (2020), anche se si avvale di dati parziali in quanto la pandemia è tuttora in corso, fornisce prove sull’alta percentuale di disturbi psicologici, nello specifico ansia, depressione e insonnia, di cui soffrono gli operatori sanitari come conseguenza dell’attività assistenziale svolta durante l’emergenza sanitaria. La revisione ha permesso di evidenziare come alcune categorie siano più a rischio di altre. Nello specifico, “donne” e “infermieri” sembrano essere le categorie più vulnerabili. Il tasso di ansia e depressione appare più alto nelle donne, il che probabilmente riflette il divario di genere già stabilito per i sintomi ansiosi e depressivi (Albert, 2015). Il personale infermieristico ha mostrato stime di prevalenza più elevate sia per l’ansia che per la depressione rispetto ai medici, questi risultati possono essere legati al fatto che gli infermieri trascorrono più tempo a contatto con i pazienti e sono quindi più esposti ad un maggior coinvolgimento emotivo con il paziente e la sua storia, inoltre, effettuando procedure a maggior rischio di contaminazione, sono costretti a mantenere una soglia di allerta elevata per tutta la durata del proprio turno di lavoro.

Gli operatori sanitari, soprattutto durante questa pandemia, hanno dato prova di essere una risorsa indispensabile per l’intera comunità, da ciò ne consegue l’importanza del preservare la loro condizione di salute psicofisica, in quanto, una loro impossibilità ad operare serenamente o un loro stato di malattia impatterebbe negativamente sia sullo stato di salute dell’intera popolazione che sulla gestione complessiva della pandemia. La maggior parte degli operatori sanitari che hanno partecipato agli studi presi in esame da questa revisione, mostrano sintomatologia lieve sia per la depressione che per l’ansia, ciò enfatizza la necessità di identificare e trattare precocemente il distress psicologico degli operatori sanitari prima che evolva in forme conclamate di malattia. La vulnerabilità psicologica degli operatori sanitari può essere mitigata dal supporto psicologico fornito da esperti in grado di aiutarli a superare il distress psicologico e promuovere forme di resilienza.

Sofia Pappa, Vasiliki Ntella, Timoleon Giannakas, Vassilis G. Giannakoulis, Eleni Papoutsi, Paraskevi Katsaounou, Prevalence of depression, anxiety, and insomnia among healthcare workers during the COVID-19 pandemic: A systematic review and meta-analysis, Brain, Behavior, and Immunity,Volume 88,2020,Pages 901-907,ISSN 0889-1591, (https://doi.org/10.1016/j.bbi.2020.05.026.)

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