A tu per tu con lo stress

La parola stress ricorre con una notevole frequenza nei nostri discorsi di tutti i giorni e le diamo sempre una connotazione negativa.

In realtà, con il termine stress si indica la risposta dell’organismo a ogni richiesta fatta ad esso e non sempre rappresenta qualcosa di negativo o nocivo per noi. Per comprendere meglio, è utile fare riferimento alla Sindrome Generale di Adattamento, suddivisa in tre stadi:

  1. FASE DI ALLARME, nel momento in cui l’agente stressante, di natura fisica o psicologica, attiva una risposta fisiologica nell’organismo, con l’aumento del normale stato di attivazione;
  2. FASE DI RESISTENZA, in cui l’organismo si adatta alla nuova situazione e si assiste ad una regolarizzazione degli indici fisiologici;
  3. FASE DI ESAURIMENTO, quando la condizione stressante persiste e l’organismo non ha più le energie necessarie per farvi fronte, con conseguente indebolimento, che può favorire la comparsa di malattie.

È l’adattamento, quindi, l’elemento cardine della differenza tra uno stress positivo e funzionale, caratterizzato da una spinta motivante verso il raggiungimento del cambiamento (stress acuto o eustress) e lo stress disfunzionale, che danneggia le capacità individuali di fronteggiamento degli stimoli quotidiani (stress cronico o distress).

Tra i possibili effetti negativi dello stress si trovano dolori muscolari, bruxismo, difficoltà gastro-intestinali, tachicardia, ansia, deficit di memoria e difficoltà di concentrazione, stanchezza cronica, facile irritabilità, cambiamenti nelle abitudini alimentari e nel sonno, diminuzione del desiderio sessuale, ecc.

Quando ci si rende conto della comparsa di alcuni tra questi sintomi, è utile approfondire e migliorare il proprio stile di coping, per limitare il rischio di conseguenze patologiche per l’organismo e apprendere a gestire gli eventi stressanti.

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Bibliografia

Compare A., Grossi E., 2014, Stress e disturbi da somatizzazione. Evidence-Based Practice in psicologia clinica, Springer.

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