Introduzione
“Non riesco a capire come sto… so solo che mi sento ansioso/a”; “Mi sento ingolfato/a, pieno di ansia.”; “Non so più cosa voglio, cosa desidero… che ansia!”.
Queste sono solo alcune delle affermazioni più ricorrenti tra chi arriva nel mio studio e cerca di spiegarmi come sta, come si sente, cosa prova, di cosa ha bisogno e perché è seduto lì davanti a me.
La sensazione di brancolare in mezzo ad una fitta nebbia rende metaforicamente l’idea di ciò che si prova ad essere sopraffatti dall’ansia.
Quando siamo ansiosi percepiamo solo l’ansia mentre le altre emozioni non riescono ad esserci chiare e, di conseguenza, non riusciamo a dare loro un nome. Essa è caratterizzata da sensazioni quali: tensione, minaccia, preoccupazione e cambiamenti a livello fisiologico. Le emozioni che ruotano intorno ad uno stato d’ansia sono: rabbia, tristezza, paura.
Il suo ruolo è quello di funzionare come attivatore nel momento in cui si presentano davanti a noi nuove situazioni o minacce e pericoli. Può, quindi, essere funzionale ed aiutarci ad attivare tutte le nostre risorse ma, se ci facciamo sopraffare da essa, diventa disfunzionale fino ad arrivare a paralizzarci.
Come riconoscere l’ansia?
I sintomi che accompagnano l’ansia, oltre che di natura emotiva, possono riguardare anche segnali fisici, comportamenti e pensieri ricorrenti.
Alcuni segnali fisici dell’ansia sono:
- Tachicardia
- Sudorazione
- Capogiro
- Mal di stomaco
- Tensione muscolare
- Stanchezza
- Irritabilità
I pensieri ricorrenti riguardano:
- Preoccupazioni sul futuro
- Rimurginazioni sul passato
I comportamenti messi in atto sono, ad esempio:
- Mordersi le unghie
- Evitare di uscire
- Distrarsi consumando cibo, fumo o alcool
- Trovare scuse per non partecipare agli eventi
Comprendere l’ansia per ritrovare sé stessi
Come detto precedentemente, l’ansia ci annebbia e non permette di ascoltare i nostri bisogni in quanto non riusciamo più ad ascoltare noi stessi ed a riconoscere le nostre emozioni. Quando ciò accade per un lungo periodo, portando la persona a non avere più tempo per sé, a ridurre i contatti sociali e relazionali, ci si ritrova a condurre una vita scomoda e insoddisfacente.
L’ansia, quindi, vuole dirci che dobbiamo cambiare qualcosa ma, per fare questo, dobbiamo uscire dalla nostra zona di comfort: spesso la paura di non riuscire a fare qualcosa o che possa accadere qualcosa di spiacevole ci porta, infatti, a procrastinare continuamente. Questi cambiamenti possono riguardare il lavoro, la vita di coppia, i rapporti familiari o amicali. Ogni caso è unico e speciale, ma con un fattore in comune: il mancato ascolto di sé stessi e il riconoscimento dei propri bisogni. Vivere la vita per troppo tempo con il pilota automatico inserito, evitando e non permettendoci di creare il presente che desideriamo, potrà solo provocare ansia.
Grazie ad un profondo lavoro su di sé è possibile migliorare la propria conoscenza emotiva ed ascoltare sé stessi, aiutando quella nebbia fatta di ansia a diradarsi fino a sparire.
Il percorso personale, infatti, oltre ad un lavoro approfondito sui sintomi, si deve concentrare sulla creazione di un nuovo e migliore progetto di vita.
Esponendoci all’ansia e imparando a non scappare, impareremo a tollerarla sempre di più, ad attivarci e a sperimentare sorprendenti novità nelle nostre vite!
Sitografia e bibliografia
Nicoletta Cinotti (2022), Mindfulness ed emozioni. Conosci le tue emozioni attraverso i colori, Gribaudo