Ansia, frustrazione e conflitto…

La frustrazione ed il conflitto, per quanto condizioni ritenute “antipatiche”, fanno parte della nostra 
vita quotidiana, l’importante è che non pesino troppo e l’individuo sia in grado di utilizzare delle
strategie per fronteggiare adeguatamente gli stati emotivi. In qualsiasi periodo della vita e in ogni momento della giornata, all’origine del nostro comportamento ci sono una serie di azioni che sono dettate da varie motivazioni, per esempio lavoriamo, compriamo, mangiamo, andiamo al cinema, partiamo per un viaggio, andiamo a dormire. Fosse tutto così lineare, la vita sarebbe veramente bella, ci sentiremmo molto felici e probabilmente gli psicoterapeuti non avrebbero ragione d’esistere.

La vita, in realtà, è piena di ostacoli più o meno superabili (a volte anche insuperabili), di delusioni più o meno cocenti. Noi, insomma, siamo tesi verso un determinato obiettivo e a soddisfare una certa tendenza, ma spesso incontriamo degli intoppi. Il risultato è che non raggiungeremo lo scopo finale delle nostre azioni, non risolveremo la tensione che ci carica sempre in tali circostanze e, quindi, tutto ciò si ripercuoterà sul nostro stato d’animo, generando la cosiddetta “frustrazione” come fenomeno frequentissimo, al quale si può associare una buona dose di ansia. Quali sono gli ostacoli che non permettono di raggiungere uno scopo? L’ambiente “fisico” lo si può descrivere come una impossibilità della persona di soddisfare un proprio bisogno a causa di oggettive situazioni della vita che si oppongono, come per esempio un bambino piccolo che si sente frustrato nel suo bisogno di autonomia dal recinto del box in cui è stato messo.

L’ambiente “sociale” è causa di frustrazioni più fastidiose e talvolta, anche odiose, in quanto avviluppano l’individuo in un gran numero di consuetudini, di riti, di doveri e di divieti che costituiscono spesso degli ostacoli alla soddisfazione dei propri bisogni e esigenze fin dall’inizio della vita. L’individuo stesso può avere in sé le cause della propria frustrazione; alcune di queste cause sono psicologiche, altre legate alla costituzione organica. Il conflitto tra motivazioni occupa una posizione di rilievo tra le cause psichiche della frustrazione. Si ha una condizione di conflitto psicologico ogni volta che l’individuo ha contemporaneamente due bisogni, desideri o tendenze incompatibili tra loro. Come la frustrazione, è una condizione del tutto normale: vi siamo immersi dalla mattina fino alla sera e l’individuo può trovarsi a dover scegliere il male minore di fronte a due soluzioni ugualmente sgradevoli, a dovere valutare i pro e i contro davanti ad un obiettivo che lo attrae e lo respinge nello stesso tempo. Il conflitto, in ogni caso, è motivo di frustrazione e può essere alla base di dubbi tormentosi: perciò, proprio per non affrontare la frustrazione, il soggetto continua a non decidere e così facendo rimane ancora più frustrato. È necessario invece comprendere la natura dei conflitti e risolverli.

L’ansia e l’aumento della tensione sono la risposta diretta all’esistenza di una frustrazione, ma è proprio tale condizione che spinge la persona a trovare una risposta adeguata, ossia una risposta che gli permetta di superare l’impedimento e di soddisfare la motivazione frustrata. Nel caso, invece, di una frustrazione grave, i livelli di tensione e ansia raggiungono stati elevati da non essere più un fattore positivo nel comportamento, ma senz’altro negativo e disorganizzante: la persona è troppo tesa per operare in modo valido e considerare le cose obiettivamente, si agita, perde il controllo della situazione e agisce in maniera apparentemente insensata. Quindi la sua azione non è più volta a risolvere il problema, ma a fuggire dallo spiacevole stato emotivo in cui si trova. Si troverà ad esibire una risposta inadeguata, cioè che non permette di superare l’impedimento e di soddisfare la motivazione; la risposta, comunque, non è sempre uguale, esiste una specie di misura personale “tolleranza alla frustrazione” oltre la quale la tensione porta a tipi di comportamenti assai diversi. Alcune persone continuano a cercare una soluzione positiva per il problema più a lungo di altre, prima di arrendersi o di reagire in modo inadeguato, altre invece sviluppano reazioni inadeguate o addirittura patologiche di fronte a frustrazioni apparentemente di scarso rilievo.

BIBLIOGRAFIA:

“Imparare dai conflitti. Le relazioni difficili come occasione di crescita personale”. Massimo Dell’Olio. Edizioni Francoangeli.

“Filosofia della frustrazione”. Edoardo Martinelli. EM Editore.

www.cufrad.it

www.cepib.it

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