Quando le nuove tendenze alimentari diventano patologiche
I disturbi del comportamento alimentare costituiscono disturbi psichici che si ripercuotono profondamente sul piano somatico. Spesso questi disturbi e il forte calo ponderale sono diagnosticati tardivamente e non ricevono cure specialistiche adeguate.
La diagnosi tardiva potrebbe essere dovuta a una sottovalutazione di fenomeni che hanno già il valore di sintomi ma restano a lungo confusi con i comuni problemi adolescenziali di insoddisfazione per il peso e per il corpo.
Da qui l’importanza della prevenzione su vari fronti: sociale, scolastico, psicologico, medico e dietetico.
Le figure terapeutiche responsabili di eseguire questo tipo di diagnosi sono lo psicologo, lo psichiatra e il neuropsichiatra infantile.
Si effettuano colloqui diagnostici mirati alla diagnosi del disturbo, eventualmente con un supporto strutturato come i test psicometrici che servono ad individuare la presenza del disturbo. Infatti, è di fondamentale importanza valutare non solo il sintomo clinico, ma effettuare una valutazione complessiva della personalità, dando così la possibilità agli specialisti e al paziente di strutturare un corretto piano terapeutico.
Oltre ai disturbi del comportamento alimentare di cui spesso sentiamo parlare nella nostra vita quotidiana, come anoressia nervosa, bulimia nervosa e Binge Eating Disorder, i nuovi manuali diagnostici hanno integrato nuovi quadri sintomatologici come patologie vere e proprie, caratterizzate appunto da un complesso di sintomi che costellano le caratteristiche di personalità e di comportamento dei disturbi del comportamento alimentare, come il salutismo, il mantenimento della forma fisica e uno scorretto consumo di alcool associato a restrizione alimentare.
Quali sono nello specifico queste nuove tendenze alimentari inserite in un quadro più complesso del disturbo psicopatologico? Ortoressia, Bigoressia e Drunkoressia.
Vediamoli nello specifico.
- ORTORESSIA
Dal greco orthos (giusto, corretto) e orexia (appetito).
Rappresenta il declinarsi di un’ossessione patologica per il cibo salutare (biologico, privo di erbicidi, pesticidi o sostanze artificiali).
L’ortoressia può portare ad importanti restrizioni dietetiche a causa di una massiva esclusione dalla propria alimentazione di tutti i cibi che vengono considerati come impuri, in quanto contaminati da erbicidi, pesticidi e altre sostanze artificiali. Vi è un’esasperata preoccupazione per i materiali e le tecniche utilizzate per la preparazione dei cibi.
Il controllo che caratterizza queste dinamiche comporta una forte compromissione della vita sociale, lavorativa e affettiva. - BIGORESSIA
Detta anche complesso di Adone, la bigoressia sembra essere una nuova sindrome caratterizzata da una preoccupazione, da parte di persone visibilmente muscolose, che il proprio corpo possa apparire gracile e dal desiderio ossessivo di possedere un corpo muscoloso.
A livello sociale, ad esempio, la persona evita situazioni e luoghi in cui potrebbe essere vista senza abiti o tende ad indossare indumenti a più strati. - DRUNKORESSIA
La persona tende a restringere l’alimentazione e a contare scrupolosamente le calorie che ingeriscono in previsione dell’alcool che intendono consumare.
La drunkoressia può anche manifestarsi sotto forma di abbuffata di cibo e alcool con conseguente utilizzo di condotte di eliminazione (ad es. vomito autoindotto o eccessiva attività fisica).
Infatti, i pazienti che soffrono di bulimia nervosa hanno più probabilità di avere problemi con l’alcool rispetto ai pazienti con un severa restrizione calorica, come i pazienti affetti da anoressia nervosa.
Come vediamo, abituali stili di vita che oggigiorno sempre più persone perseguono, spinti non solo dal marketing (vediamo ad esempio la tendenza al consumo dei cibi biologici e all’estremizzazione dell’attività sportiva), ma anche e soprattutto da tipologie di personalità di base e difficoltà inespresse, possano portare ad ammalarsi di benessere. Solo lo specialista psicologo o psichiatra può diagnosticare il livello di sofferenza insito nei comportamenti perturbanti e costruire insieme alla persona una modalità di intervento utile alla comprensione del disturbo e al suo trattamento.