Sindrome premestruale: come riconoscerla e affrontarla

Molte donne riferiscono di provare un disagio fisiologico e/o emotivo nella settimana che precede il ciclo mestruale ma non per tutte possiamo parlare di “Sindrome premestruale”. La Sindrome premestruale implica una serie di sintomi fisici e psicologici che compaiono nella fase premestruale.

I sintomi fisici più frequenti riguardano tensione mammaria, gonfiore, cefalea, edemi delle estremità, senso di fatica, acne e craving/aumento dell’appetito. I sintomi affettivi sono irritabilità, ansia, tensione, labilità emotiva, pianto, rabbia, confusione, compromissione delle capacità mnesiche, disturbi del sonno, ritiro sociale.

La sintomatologia varia da donna a donna e talvolta compromette il lavoro, la vita personale e relazionale. Circa il 30% –40% delle donne in età riproduttiva soffre della sindrome premestruale (PMS) e il 3% –8% soffre di disturbo disforico premestruale (PMDD), che è la variante più grave della sindrome premestruale. 

I sintomi compaiono nella fase premestruale o luteale del ciclo mestruale e tendono a ridursi, fino a svanire, durante o verso la fine del ciclo.  L’esatta eziologia della sindrome premestruale non è nota, ma potrebbe essere correlata a variazioni ormonali.  Secondo alcune teorie la sindrome premestruale è causata da variazioni nei livelli degli ormoni. Inoltre, alcuni studi hanno evidenziato che l’inizio e il decorso della sindrome premestruale sono correlati allo stress.  

I trattamenti da attuare possono essere valutati e proposti sulla base della gravità della sintomatologia e delle conseguenti compromissioni in ambito lavorativo e sociale.

Se i sintomi sono lievi o moderati si consiglia di svolgere attività fisica (20 – 30 minuti di esercizio aerobico per circa 3 – 4 volte a settimana); adottare un regolare schema di ritmo sonno-veglia rispettando regolari orari di addormentamento e di risveglio; prestare attenzione all’alimentazione, aumentando il consumo di frutta, vegetali, legumi, cereali e acqua, mentre è preferibile ridurre i cibi salati, limitare i carboidrati semplici a prediligere quelli complessi, diminuire il consumo di caffeina, di carne rossa e di alcol.  La letteratura recente sul tema ha evidenziato l’efficacia della psicoterapia, in particolare della Psicoterapia Cognitivo Comportamentale per gestire la sintomatologia premestruale. Se la donna percepisce livelli elevati di stress è opportuno offrirle adeguate strategie di rilassamento che induce una riduzione del metabolismo basale, della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, della frequenza respiratoria.

Quando i sintomi sono eccessivi e la sofferenza percepita è forte e invalidante sarebbe opportuno consultare uno psicologo, on line o in presenza, per ricevere l’aiuto e il sostegno emotivo necessario.

BIBLIOGRAFIA

Sindrome disforica premestruale: un aggiornamento Premenstrual disphoric disorder: an update S. Banti1 , C. Borri1 , M.S. Montagnani1 , C. Cargioli1 , S. Belli1 , B. Cotugno1 , J. Endicott2 , A. Oppo1 , M. Mauri1 1  Clinica Psichiatrica, DPNFB, Università di Pisa, Italy; 2  Dipartimento di Psichiatria, Istituto dei Medici e Chirurghi dell’Università di Columbia, New York, USA

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