Secondo mese dallo Psicologo

Perché si è interrotto questo contatto col mio sentire? Nella terapia è emerso questo: contattare il mio sentire e dargli forma raccontandolo, ma a volte non mi viene spontaneo. Qualche volta attraverso periodi gelidi e pieni di rancore, quasi per non essere parte del tutto, di qualcosa, per non essere nella mia parte del mondo.

Ho bisogno di novità, confronto, conversazione, continui dialoghi per approcciarmi alle diversità e non essere statico, uguale a me stesso continuamente.

Sento che i miei familiari sono statici, sempre uguali a loro stessi, ripetitivi, e a volte, visto che io voglio essere aperto alle novità e discutere di varie cose, mi sento fuori dal contesto, a volte invece insisto nel dialogo e mi ostino a cercare la conversazione coi familiari anche infastidendoli.

Con l’inizio del coronavirus quel periodo che doveva essere di avventura per me, di apertura agli altri, si è trasformato in un momento di riflessione, per come attrezzarsi e continuare il percorso di apertura agli altri e di miglioramento che avevo iniziato; durante il lockdown mi mancava soprattutto uscire, passeggiare al mare, sulle dune, sulla spiaggia, all’università, mi mancava anche quella vita sociale universitaria appena abbozzata, che era all’inizio.

Invidio chi sa cosa fare, cosa dire, chi insomma sa comportarsi in ogni situazione, chi sa relazionarsi con ambiente e persone, chi sa avere delle risposte ma soprattutto sa adattarsi.

Mi sono dato una risposta al perché preferisco la natura alle persone: può sembrare strano, la natura è dinamica, poetica, regala emozioni, non è mai uguale a se stessa, è lì ad aspettare che tu la osservi, ti immergi e ti emozioni, è vitale e stimolante. Invece, vi è qualcosa di ripetitivo nelle persone, nella comunicazione tra le persone. Forse è l’omologazione degli interessi, dei messaggi, della comunicazione, della maggioranza, un po’ come dice Basaglia.

Mi appassiona questo percorso di terapia, con l’aiuto del mio psicologo prenderò familiarità nel contattare il mio sentire e dargli forma, rendendolo raccontabile.

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