Con il termine dipendenza da sostanze si intende un insieme di comportamenti caratterizzati da desiderio continuo della sostanza e incapacità a smettere di utilizzarla nonostante essa causi problemi fisici e psicologici.
Le sostanze di abuso sono numerose e molto diverse tra loro per effetto. Tra quelle più comunemente utilizzate troviamo:
- Tabacco
- Cannabis
- Cocaina
- Alcool
- Allucinogeni (LSD, peyote, psilocibina, DMT, ayahuasca)
- Oppiacei (morfina, codeina, eroina)
- Anfetamine e Metanfetamine
Queste sostanze hanno in comune l’essere sostanze psicoattive, ovvero agiscono sul cervello fornendo una varietà di sensazioni fisiche e psichiche positive e attivano il sistema cerebrale di ricompensa, legato al neurotrasmettitore dopamina che è coinvolto nel rafforzamento dei comportamenti e nella produzione dei ricordi. La sostanza, infatti, con i suoi effetti rapidi, piacevoli e riproducibili, attiva e mantiene un ciclo di auto-rinforzo, per cui il soggetto non riesce più a farne a meno e sperimenta un intenso craving ovvero il desiderio persistente e inarrestabile di una determinata sostanza e dei suoi effetti.
Il disturbo da uso di sostanze viene definito dipendenza in quanto tutte le sostanze psicoattive creano dipendenza fisica e/o psicologica; la dipendenza fisica è collegata alla necessità di assumere nuovamente la sostanza per evitare le sensazioni spiacevoli avvertite in assenza della sostanza. La dipendenza psicologica, invece, è il bisogno incontrollabile di utilizzare la sostanza per modificare il proprio umore e creare sentimenti positivi di gioia o aumentare la propria autostima.
Il disturbo da abuso di sostanze oltre alla concomitanza con altre condizioni mediche (come le malattie virali HIV ed epatite C), si verifica frequentemente insieme ad altri disturbi psicologici come: schizofrenia, depressione, disturbo post-traumatico da stress, disturbi d’ansia, disturbi della condotta in adolescenza, disturbo bipolare, disturbi di personalità caratterizzati da impulsività e disregolazione affettiva, in particolare il disturbo di personalità antisociale o borderline, disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
Sintomi
I sintomi di un disturbo da uso di sostanze, seguendo il DSM-5 (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) includono un pattern problematico di uso della sostanza che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi per un periodo di 12 mesi, con diverse manifestazioni sintomatologiche:
– la sostanza è assunta in quantitativi maggiori o per un periodo più lungo di quanto fosse nelle intenzioni;
– desiderio persistente e tentativi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso della sostanza;
– gran parte del tempo impiegata in attività necessarie a procurarsi la sostanza, usarla o recuperare dai suoi effetti;
– craving o forte desiderio della sostanza;
– fallimento nell’adempimento dei principali obblighi di ruolo sul lavoro, scuola o casa;
– uso della sostanza nonostante i persistenti e ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati o esacerbati dall’uso della sostanza;
– attività sociali, lavorative o ricreative ridotte a causa dell’uso della sostanza;
– uso della sostanza in situazioni di pericolo;
– uso continuo della sostanza nonostante la consapevolezza di un problema persistente e ricorrente, fisico o psicologico, causato o esacerbato dalla sostanza;
– tolleranza alla sostanza, quindi bisogno di quantitativi sempre maggiori per ottenere l’effetto desiderato e marcata diminuzione dell’effetto con l’uso continuato di una medesima quantità;
-sintomi di astinenza.
Cause
Le cause sono molteplici e vanno analizzate da una prospettiva multifattoriale, studiando i fattori di rischio predisponenti (genetici, psicologici, ambientali) e i fattori precipitanti.
Per fattori di rischio si intendono quei fattori che sono in grado di aumentare la possibilità di sviluppare un determinato disturbo che nel caso dei disturbi da uso di sostanze sono:
- predisposizione genetica;
- presenza di altri disturbi mentali;
- incapacità di tollerare l’ansia e le frustrazioni;
- bassa autostima;
- utilizzo precoce della sostanza;
- fattori sociali come pressioni da parte dei coetanei, instabilità e povertà sociale, scarso rendimento scolastico, deprivazione sociale;
- fattori ambientali come storia familiare di dipendenze, problemi di separazione e dipendenza nella famiglia, mancanza di sostegno familiare.
I fattori precipitanti sono invece gli eventi stressanti che possono determinare l’inizio dell’assunzione della sostanza; questi possono essere eventi stressanti o traumatici come lutti, abusi, malattie, conflitti familiari, ecc.
Trattamento
Il trattamento del disturbo da uso di sostanze prevede vari step, il primo consiste nell’aiutare il soggetto ad interrompere l’assunzione della sostanza, prevenendo le ricadute, in seguito viene effettuato un percorso psicologico per il recupero del ruolo del soggetto in famiglia, sul lavoro e nella società. Esistono diversi approcci psicoterapeutici evidence based per il trattamento delle dipendenze come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e la terapia dialettico– comportamentale (DBT).
In un primo stadio la terapia farmacologica è usata per gestire i sintomi dell’astinenza e prevenire le ricadute, i farmaci aiutano a eliminare i sintomi dolorosi e a evitare che si ricada nell’assunzione della sostanza.
In seguito con la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), terapeuta e paziente cooperano attivamente nella definizione delle difficoltà da affrontare e degli obiettivi da raggiungere a breve, medio e lungo termine, intervenendo su tre aspetti principali:
- comportamento: si insegna al soggetto individuare e correggere i comportamenti disfunzionali, mediante l’acquisizione di nuove strategie comportamentali e cognitive più funzionali alla sua vita;
- cognizione: si indagano i processi di pensiero che hanno scatenato e che mantengono viva la dipendenza e i comportamenti disfunzionali, si analizzano e si modificano le componenti cognitive distorte mediante interventi di ristrutturazione cognitiva;
- ambiente: si recupera il ruolo del soggetto nella società, favorendo il reinserimento lavorativo, familiare e sociale.
Uscire dalla dipendenza non è facile, farsi affiancare nel percorso di cura da professionisti del settore come psichiatra e psicoterapeuta permette al soggetto non solo di superare la dipendenza ma anche di conoscere meglio il proprio funzionamento e sviluppare nuove consapevolezze ed abilità per gestire i futuri eventi di vita in modo più funzionale ed autocentrato.
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