Cos’è la Fobia Sociale? Come riconoscerla? 

Sono un incapace”, “devo essere perfetto”, “non posso sbagliare”, “devo fare una bellissima figura altrimenti farò la figura dello stupido”, “devo essere simpatico e brillante”, “gli altri sono sicuramente più bravi di me”, “se non ho ancora una ragazza non sono normale”, “fare una brutta figura è una catastrofe” …

Queste e molte atre sono le frasi ricorrenti che odo spesso nella mia “stanza delle parole”, quando ho davanti a me una persona con sintomi riconducibili alla Fobia Sociale.                                                                                     Si tratta per lo più di convinzioni disfunzionali attraverso le quali la persona si rapporta al mondo e agli altri in funzione della scarsa idea di sé che lo porta, nei casi più gravi, inevitabilmente a vivere una vita caratterizzata da ritiro sociale, isolamento e costante imbarazzo.                                                        Ma quali sono i criteri per definire e riconoscere la Fobia Sociale?

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali ne individua alcuni, tra cui: 

  • la paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazioni nelle quali la persona è esposta al possibile giudizio degli altri. La persona teme di agire in modo umiliante;
  • l’esposizione alla situazione sociale temuta provoca quasi invariabilmente ansia, che può assumere le caratteristiche di un attacco di panico causato dalla situazione;
  • la persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole; 
  • le situazioni temute sociali o prestazionali sono evitate o sopportate con intensa ansia o disagio; 
  • l’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella situazione temuta, interferiscono con le abitudini normali della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico), con le attività sociali o le relazioni con gli altri oppure è presente marcato disagio per il fatto di avere la fobia;

Sempre più numerosi sono gli adolescenti che intraprendono un percorso terapeutico per i sintomi sopracitati: è sempre più frequente infatti nell’adolescente, la preoccupazione di relazionarsi all’altro, di confrontarsi per paura di risultare “fuori luogo”, “diverso”, “strano”.                                L’esordio della patologia può essere collocato infatti in età adolescenziale, spesso in relazione con un evento sociale stressante o umiliante. A seguito di ciò, la persona sviluppa la tendenza ad evitare le situazioni ansiogene come per esempio parlare in pubblico, leggere o scrivere di fronte ad altri, mangiare o bere in presenza di altre persone innescando così un circolo vizioso che rinforza la paura originaria. Come precisato anche dal DSM IV, per fare diagnosi di Fobia Sociale è necessario che le condotte di evitamento siano tali da interferire con il funzionamento sociale e lavorativo della persona. Inoltre, quando i comportamenti di evitamento si generalizzano, la persona sperimenta un senso di inadeguatezza ed inferiorità tali da favorire il possibile sviluppo di patologie concomitanti come Depressione, altri Disturbi d’Ansia o l’abuso di sostanze. 

Come è possibile intendere dalle frasi sopra citate, una delle caratteristiche della Fobia Sociale è il forte desiderio di dare un’immagine positiva di sé agli altri, desiderio tuttavia, accompagnato da una forte insicurezza di base. Infatti, le persone con tali paure, quando affrontano una situazione sociale la giudicano estremamente pericolosa, temono di poter agire in modo inadeguato.                                       Altra caratteristica delle persone con fobia sociale è la tendenza a rimuginare molto e negativamente sull’evento sociale che devono affrontare, ponendo molta attenzione alla valutazione che potrebbero ricevere da parte di altri. Pertanto, per evitare le conseguenze temute ricorre ai “comportamenti protettivi” che però hanno l’effetto di perpetuare l’ansia e rafforzare l’idea di essere valutato negativamente dall’esterno.  In altre parole, sono persone che dubitano fortemente delle proprie capacità di fronteggiamento ed attuano frequenti modalità di comportamento difensivo.                                               La fonte dell’ansia è attribuibile alla differenza tra l’idea personale degli standard sociali e la percezione delle proprie abilità nel raggiungerli. Essi credono di non possedere le capacità sociali necessarie per soddisfare gli standard altrui (“non sono in grado”, “sono meno degli altri”, “gli altri noteranno che non sono all’altezza”, ecc..). 

Quale trattamento ?

Il trattamento maggiormente indicato per tale disturbo è incentrato sulla Terapia cognitivo- comportamentale, che ha come obiettivo quello di: 

-far acquisire le abilità sociali mancanti a causa degli evitamenti;

-insegnare al paziente come riconoscere i propri pensieri automatici negativi; 

-identificare e modificare le concezioni disfunzionali alla base dei pensieri e del comportamento;

-accrescere la tolleranza della persona all’ansia aumentando il tempo tra la sensazione di ansia e il ricorso agli abituali meccanismi di fuga (es: fumare, mangiare, ecc..)

Alla fine di tale trattamento, la persona comprenderà che un problema che fino a quel momento gli appariva come catastrofico ed insormontabile, potrà essere suddiviso in piccoli passi controllabili e dunque affrontato con molta più leggerezza e tranquillità.                                                                              Pertanto, tale trattamento risulta essere, ad oggi, uno dei più efficaci per i Disturbi d’ansia ed in particolare per le Fobie Sociali.     

Bibliobrafia 

La psicoterapia cognitivo comportamentale nella pratica clinica”. Vincenzo Poerio e Maria Teresa Merenda, Firera e Liuzzo Publishing, 2014.  

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