La mindfulness è la capacità di restare concentrati sul momento presente invece di astrarsi sognando a occhi aperti, rimuginando o lasciandosi distrarre dalle interferenze esterne e interiori.
Tutti riusciamo ad essere consapevoli del qui ed ora, ma solo per un battito di ciglia. Il segreto è conservare la mindfulness nel tempo, una pratica che, come dimostrato da numerose ricerche riduce lo stress, tutela la salute e migliora l’umore. E’ facile acquisire uno stato di consapevolezza quando sediamo in meditazione su un cuscino sorseggiando una tazza di tè caldo.
La faccenda si complica quando siamo stressati o turbati emotivamente, come capita, per esempio, durante un litigio con una persona amata.
Insomma, proprio quando ne avremmo più bisogno, la mindfulness ci sfugge di mano. Per rafforzare questa risorsa si può iniziare da alcuni esercizi pratici che aiutino a sviluppare un’attenzione stabile e costante e a trovare il nostro equilibrio, per evitare di venire distratti o dirottati dalle esperienze stressanti e dolorose.
Quando attiviamo la mindfulness siamo attenti invece che smemorati, concentrati e raccolti invece che svagati. La concentrazione può riguardare un ambito molto circoscritto come infilare un ago o molto vasto, per esempio l’intero flusso di coscienza, e si può applicare sia agli eventi del mondo esterno sia a quelli interiori, come per esempio un camion che ci supera durante un temporale o la nostra sofferenza quando qualcuno ci delude.
Lo stato di mindfulness non esclude la presenza di altri stati mentali, per esempio la compassione di sé se stiamo soffrendo o la cautela se il sorpasso del camion è rischioso, ma non cambia la nostra esperienza o il nostro comportamento. Recepisce ed accoglie senza giudicare o orientare.
Contiene le nostre reazioni entro una consapevolezza aperta che non è mai perturbata da ciò che l’attraversa. Grazie alla mindfulness si potrebbe prendere la giusta distanza dalle nostre stesse reazioni e osservarle conservando la pace e l’equilibrio interiore.
Questo non significa che dobbiamo semplicemente contemplare in modo passivo tutto ciò che ci capita, si può mantenere la mindfulness anche mentre si comunica con gli altri, si prendono decisioni, si agisce.
La mindfulness corrisponde ad un risveglio come quando capita di perderci nei nostri pensieri e poi di avere l’impressione di riscuoterci, come risvegliandoci dal sonno. La consapevolezza del presente si può esercitare in qualsiasi momento, mentre ci si reca a lavoro, guardando fuori dalla finestra o ripensando alla giornata prima di addormentarci.
Ovunque accada, la sensazione è sempre la stessa: siamo tornati a casa.
Siamo nel qui ed ora, saldamente ancorati al momento presente, attenti a cogliere per tempo i momenti di distrazione, rallentando i ritmi e dedicandosi ad una sola attività alla volta. La mindfulness ci dà accesso alle parti più profonde di noi, di solito è un’esperienza molto gratificante, ma a volte, se ancora non si è pronti, è come aprire la porta di una cantina piena di insidie e di trappole. Perché sintonizzarsi con le insicurezze ed emozioni dolorose?
Saremmo più inclini a rifuggirle, ma molto spesso ci rendiamo conto che non è sano tenerle chiuse, nonostante la paura, meglio trovare un rifugio dove sentirsi al sicuro.
Per rifugio si intende qualsiasi cosa vi faccia sentire protetti e al sicuro e risollevi l’umore. Un altro rifugio chiave è la fiducia nei nostri lati migliori. Non significa ignorare quelli meno positivi, ma soltanto prendere coscienza della nostra bontà, affidabilità e delle nostre capacità e impegno.
BIBLIOGRAFIA:
“Il libro della Mindfulness”. Stephen Mckenzie e Craig Hassed. Edizioni Erickson.
“Il programma mindfulness”. Bob Stahl, Elisha Goldstein. Edizioni Minerva Medica.
“ Vivere momento per momento”. Jon Kabat – Zinn. Editore Corbaccio.
“ Qui ed ora. Strategie quotidiane di mindfulness. Ronald D.Siegel”. Edizioni Erickson.