Rimuginare rappresenta una strategia di pensiero comune, normale e talvolta funzionale. A tutti noi è capitato di riflettere su esperienze dolorose o negative, nel tentativo di comprendere qualcosa di importante, per dare senso ad un evento sconvolgente o per risolvere un problema.
Pensiamo ad una di queste esperienze comuni: un litigio con il partner, un’incomprensione con il collega, la fine di una relazione. Queste situazioni possono scatenare la ruminazione, come reazione normale e comprensibile.
La ruminazione si associa ad esperienze di vita più o meno dolorose: difficilmente ci impegniamo nel pensare e ripensare ad eventi piacevoli o neutri, molto più frequentemente rimaniamo ancorati ad eventi spiacevoli.
Nella maggior parte dei casi, questa reazione ha breve durata: l’intensità e la frequenza della preoccupazione si riducono nel tempo e non richiedono un trattamento. Quando ruminare diventa un’abitudine e uno stile di pensiero a cui ricorriamo in modo automatico e inconsapevole possono insorgere conseguenze negative per la nostra salute psicologica. Infatti, la ruminazione aumenta la probabilità di vivere sentimenti depressivi, è associata ad un rischio maggiore di abusare di alcolici e di sviluppare disturbi del comportamento alimentare; inficia la capacità di pensare razionalmente e di attuare adeguate strategie di problem solving.
Se ti capita di non riuscire a gestire l’impulso a ruminare o se senti che le tue ruminazioni sono tanto intense da compromettere la qualità della tua vita e delle tue relazioni, potrebbe essere utile richiedere una consulenza psicologica per valutare se intraprendere una psicoterapia on line o dal vivo.
Bibliografia:
Winch G., 2014, Pronto intervento emozioni. Strategie di Mindfulness per affrontare con serenità le difficoltà della vita, Erickson.