L’uso della Metafora in Psicoterapia

La metafora è da sempre strumento per modificare le opinioni e influenzare il comportamento, se infatti ogni persona ha un proprio modello del mondo, dato da esperienze, generalizzazioni ed idee, la metafora terapeutica consente di avviare un processo di riesame di questi modelli, dando senso alle nostre esperienze ed aiutandoci a rimodellare anche quelle più dolorose come valide e potenzialmente utili.

La metafora è la sostituzione di un concetto con un’immagine, ma si esprime sia attraverso parole che immagini, quindi integra il significato logico e quello analogico, è un’operazione creativa, una chiave che apre nuove possibilità di insight e di cambiamento terapeutico.

La Psicoterapia riconosce importanza tanto alle metafore generate dal paziente quanto alle metafore generate dal terapeuta, ed il segreto affinché il significato trattone sia profondo è di non analizzare la metafora, bensì esortare il paziente a rimanerci dentro, espandendola ed elaborandola.

Le metafore sono specchi che riflettono le immagini che abbiamo di noi stessi, sono quindi pronta a specchiarmi completamente?”

Questo breve stralcio è tratto dalla mia tesi in Psicoterapia, ha compiuto diversi anni e a distanza di tempo e con più pratica ed esperienza sulle spalle, confermo l’importanza della metafora come strumento da utilizzare nel setting terapeutico.

Integrare cognizione ed emozione non è cosa semplice, è ciò che richiedo ai miei pazienti sotto la mia supervisione e con il mio aiuto, ma so che non è un obiettivo semplice.

Spesso le parole offuscano il senso di ciò che proviamo, coprono, allontanano da ciò che realmente sentiamo e/o pensiamo, le emozioni influenzano i pensieri ed i pensieri influenzano le emozioni, integrare in modo funzionale questi aspetti non è dunque immediato ed è qui che ci viene in aiuto la metafora, a sua volta sostenuta dalla immaginazione e dalla fantasia.

Nella mia pratica terapeutica per alleggerire gradualmente i discorsi del superficiale lasciando ciò che è essenziale, ricorro a tecniche come le fantasie guidate e la metafora per sostituire vissuti e pensieri in immagini autoprodotte dal paziente, attraverso un processo di libera associazione.

Queste immagini sono generalmente ricche di significato, sono costituite da simboli che riescono ad abbattere la forza della censura e sono lì ad indicarci la vera comprensione del fenomeno che stiamo osservando.

Il paziente ha quindi la possibilità di dare una forma al vissuto di cui parla, ad un sintomo, ad una emozione inespressa o mal gestita, ad un pensiero intrusivo e a molto altro ancora, iniziando così un vero confronto e dialogo con tale immagine, svelando dunque la sua funzione nella vita del paziente, svelando i famosi vantaggi secondari che alcune volte sostengono la nostra stessa sintomatologia.

Esattamente per questo motivo continuo a sottolineare quanto, paradossalmente, il sintomo non sia un nemico da abbattere ma un amico, che in modo sicuramente poco delicato vuol dirci qualcosa di importante.

Allo stesso modo considero i sogni come ricchi di simboli veicolanti molte verità, ed allo stesso modo può rivelarsi utile e funzionale lavorare nel setting terapeutico con i sogni che i pazienti riportano.

Il sogno non verrà dunque interpretato bensì vissuto attraverso la forza della fantasia ed immaginazione e poi ampliato, proseguito, permettendo così di integrare ed accogliere tutti i suoi simboli attraverso un lavoro consapevole, poiché la consapevolezza è il primo passo che conduce alla possibilità di un cambiamento.

Detto in poche parole, la nostra capacità creativa, la nostra fantasia, si trasformano in arte a sostegno del lavoro terapeutico.

Sento che ciò rappresenta la parte più vitale e colorata della interazione paziente e terapeuta, laddove si ha la sensazione di condividere lo scorrere di una pellicola che crea risposte non solo udite ma anche osservate.

Non abbiate paura delle fantasie ad occhi aperti o dei sogni fatti in stato di addormentamento, sono simboli, sono una delle tante forme assunte dalla vostra interiorità di pensiero e di sentire, difficili da decifrare ma avente in sé un enorme patrimonio di possibile comprensione e conoscenza personale.

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